Associazione culturale Devolution Club
RELAZIONE
all’Assemblea ordinaria
(Roma, 11 dicembre 2009)
PREMESSA
L’odierna Assemblea ordinaria, la quarta da quando nel 2006 il Devolution Club si è costituito in associazione culturale, si riunisce per fare il punto sul progresso della nostra attività e per individuare alcuni suoi orientamenti futuri.
Se il precedente biennio, come ci eravamo proposti, ha registrato un apprezzabile consolidamento della nostra esperienza associativa, il 2010 si preannuncia l’anno di una significativa svolta.
La ben nota metamorfosi del Devolution Club da gruppo di ricerca ad associazione culturale è stata il risultato di un’evoluzione del pensiero e della conseguente attività del nostro sodalizio, di cui si sono resi interpreti dapprima i fondatori, e quindi il Direttivo che dagli originari 7 membri, coincidenti con questi ultimi, si è esteso agli attuali 13. Questa evoluzione, a giudicare dal livello delle adesioni ai diversi eventi scientifici e ai progetti di ricerca finora messi in opera, ha incontrato il consenso di molti soci che ne hanno dato prova attraverso una soddisfacente partecipazione e numerose proposte.
Si tratta, in poche parole, di una evoluzione che ha trovato forma nel mutamento del Devolution Club da “semplice” associazione culturale ad “associazione per il dialogo costituzionale”: non un puro cambio di etichetta bensì il segno di un’espansione dell’intento associativo che, partendo dal “semplice” studio dei processi devolutivi nelle democrazie avanzate (in realtà un fenomeno costituzionale non certo semplice), si è trasformato in un più esplicito impegno nel senso dell’approfondimento delle tematiche connesse al mutamento della statualità intesa nella sua accezione più ampia.
MOTIVI DI UNA TRASFORMAZIONE
Era pertanto spontaneo e forse anche inevitabile che dall’indagine sui fenomeni di trasferimento del potere costituzionale che procedono, secondo gli schemi classici della devolution, dal centro alla periferia dello Stato unitario, si passasse, nel giro di uno scarso triennio di attività, a una più articolata ricognizione delle nuove sembianze dello Stato contemporaneo.
La riflessione sulla categoria dello “Stato devoluto” come nuova forma di Stato che definisca lo Stato del post-welfare (espressione, questa, che dice cosa lo Stato della nostra contemporaneità “non è”, ma non ciò che esso “è”) è nel contempo il prodotto naturale e l’intermedio banco di prova di questa nuova sensibilità. Di essa si disegnavano i caratteri, espressi in termini di teoria generale, in alcuni contributi degli Atti del nostro convegno – che fu tenuto insieme all’Associazione DPCE – “Processi di devolution e transizioni costituzionali negli Stati unitari (dal Regno Unito all’Europa)” (Bologna, 24-25 novembre 2006) che concludeva il PRIN 2004 del quale il Devolution Club in versione “pre-associazione culturale” era stato l’ispiratore e la mente.
Come detto, era inevitabile che lo sguardo del Devolution Club si orientasse più lontano, sicché decidendo di estendere l’ambito della nostra ricerca verso tematiche più generali il Direttivo non ha fatto che trarre le naturali conseguenze dal proprio commitment iniziale. Non era infatti la riflessione sulla trasformazione dello Stato contemporaneo e della sua fisionomia costituzionale contenuta in embrione già nell’originario Programma di ricerca britannico da cui nasceva l’intuizione-base che avrebbe dato vita alla nostra associazione, e il cui titolo era “Devolution and Constitutional Change” ? Ne discendeva anche il desiderio di entrare in contatto con gruppi di ricerca afferenti ad altre culture costituzionali, e di rendere esplicita tale intenzione non solo attraverso una composizione del nostro Comitato scientifico con autorevoli studiosi provenienti da dodici Paesi esteri, ma anche sviluppando tecniche e occasioni del dialogo su temi di interesse comune con circoli scientifici di tali Paesi.
Questa trasformazione si presta a una duplice lettura, nel senso che può essere interpretata negativamente come un tipico caso di “semplicità perduta”, o positivamente come la naturale crescita dello spirito investigativo di una associazione che non si ritiene appagata dalla contemplazione del dato acquisito e, ciò facendo, ha ampliato la propria sfera d’azione.
E pertanto, se agli albori della nostra attività c’era chi – evidentemente fuorviato dalla presenza dell’espressione “devolution” nel nostro nome associativo – voleva vedere posizioni collaterali al separatismo di marca leghista, in seguito ci è stata rivolta l’obiezione di essere diventati un’associazione “generalista” della quale non v’era alcuna necessità nel panorama comparatistico italiano. Nondimeno, poiché esula del tutto dal nostro commitment ogni tentazione corporativa (oltre che un nutrito numero di giuscomparatisti impegnati nel campo del diritto pubblico, aderiscono alla nostra associazione anche storici delle istituzioni, costituzionalisti, privatocomparatisti, scienziati della politica, linguisti: sicché una nostra cifra è piuttosto quella dell’interdisciplinarietà) o di influenza accademica, restando tale commitment quella di una associazione culturale pura che crea progetti di ricerca e promuove incontri scientifici – e con ciò sviluppa occasioni di dialogo su temi costituzionalistici di comune interesse sulle quali si sta registrando un crescente consenso – non ci resta che augurarci che, così come la prima obiezione anche questa seconda si dissolva nel nulla, e la fisionomia della nostra associazione non dia più troppo pensiero a chi tende talvolta a guardarla con occhio non sempre benevolo.
I MANDATI ASSEMBLEARI PER IL 2009
A questo punto, come è ormai nostra prassi, la verifica che deve avere luogo in questo incontro assembleare prevede la ricognizione degli orientamenti di lavoro che erano stati approvati per l’anno 2009 dalla precedente Assemblea (Roma, 21 novembre 2008).
1. realizzazione del Quarto Colloquio costituzionalistico italo-britannico, da dedicarsi ai Sessant’anni della Costituzione italiana (Londra, aprile) ;
2. intensificare l’attività seminariale “volante”, ovvero realizzata autonomamente nelle diverse sedi in cui sono attivi gruppi di soci del Devolution Club;
3. realizzazione di un primo Colloquio costituzionalistico italo-francese, con presentazione degli Atti del Convegno “La Costituzione Francese / La Constitution Française” (Parigi, giugno) ;
4.(probabile) realizzazione di un Colloquio italo-scozzese, su un tema di biodiritto (Edimburgo o Glasgow, primavera?)
5. sviluppo dei rapporti con il danese Centre for the Constitutionalization of Europe e collaborazione alla pubblicazione degli Atti del Seminario di Copenhagen ;
6. portare a conclusione il PRIN 2006 con un convegno finale (Trento, settembre?) e successiva pubblicazione degli Atti ;
7. presentare due proposte di PRIN 2008 organizzandone le unità locali di ricerca ;
8. bandire il concorso (con premio) per giovani ricercatori per il migliore articolo, da realizzarsi su un tema prescelto dal Direttivo ;
9. adesione collettiva alla IACL (International Association of Constitutional Law), sviluppo dell’informazione sulla sua attività e partecipazione agli incontri programmati ;
10. restyling del sito www.devolutionclub.it ;
11. inaugurazione di una collana telematica di relazioni, contributi, ecc., connessi all’attività convegnistica e seminariale del Devolution Club.
Questi i punti programmatici su cui l’Assemblea aveva impegnato il Direttivo e alla cui realizzazione esso si considerava vincolato.
Purtroppo non tutti questi mandati sono stati rispettati, ma … iniziamo con una nota di ottimismo ripercorrendo per primi i punti che si possono ritenere pienamente soddisfatti.
VERIFICA DEI MANDATI: L’ATTIVITÀ SEMINARIALE E CONVEGNISTICA
Il Quarto colloquio costituzionalistico italo-britannico a Londra (mandato n.1) ha trovato realizzazione con pieno successo: con buona partecipazione sia dall’Italia che dalla Gran Bretagna, l’incontro ha avuto come tema “Happy Birthday, Constitution! Italy, 1948-2008” e, sebbene con un po’ di ritardo rispetto alle celebrazioni del caso, è stato un omaggio del Devolution Club ai sessant’anni della nostra Costituzione repubblicana.
In questa occasione, come già nel Colloquio di Copenhagen (2008), sono state distribuite copie della Costituzione italiana in testo bilingue italiano-inglese messa a disposizione dal Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Trento (a cui va un sentito ringraziamento).
L’attività seminariale “volante” (mandato n.2) si è concretizzata in incontri di diversa natura organizzati direttamente dal Devolution Club o in partnership con Università, associazioni scientifiche e organizzazioni di ricerca che si elencano come segue :
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IV Colloquio costituzionalistico italo-britannico: “Happy Birthday, Constitution! Italy, 1948-2008” – relatore: Cesare Pinelli – discussant: Peter Leyland – Londra, Istituto Italiano di Cultura, 9 aprile ;
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Seminario “An International Community of Legislatures?” – relatore: Daphne Barak-Eretz – discussant: Lucia Scaffardi – Università di Parma, 22 maggio ;
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Giornata di studi “The Petition of Right 1628” – Università Roma Tre, 10 dicembre ;
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III Seminario annuale “La libertà costituzionale della ricerca scientifica e delle università in prospettiva comparata” – relatore: Otto Pfersmann – discussant: Carmela Decaro – LUMSA Roma, 10 dicembre ;
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Convegno internazionale “Libertà religiosa e diritti umani in Africa” – Università di Bari, con Associazione dei docenti delle discipline ecclesiasticistiche, canonistiche e confessionali – 11 dicembre (che, organizzato da Nicola Colaianni, si svolge in contemporanea alla giornata odierna);
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e l’imminente Seminario “Costruire le istituzioni della democrazia – La lezione di Adriano Olivetti, politico e teorico della politica” – relatore: Sergio Ristuccia – discussant: Carmela Decaro, Luigi Volpe – Università di Bari, con Fondazione Olivetti e D.R. in Istituzioni e Politiche Comparate, 18 dicembre.
Vanno aggiunte inoltre:
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una partecipazione individuale (Alessandro Torre, in veste ufficiale quale rappresentante del Devolution Club) al Convegno “Ten Years of the Scottish Parliament: Achievements and Futures” – Edimburgo, The Dynamic Earth, 12 maggio., nel corso del quale sono stati rinnovati utili contatti con Charlie Jeffery, Alan Trench, Andrew Scott, Anton Muscatelli, Chris Himsworth, tradizionali interlocutori dell’associazione ;
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la recente pubblicazione del volume La funzione finanziaria del Parlamento. Un confronto tra Italia e Gran Bretagna (Giappichelli, 2009), che reca gli Atti dell’omonimo Convegno tenuto nel giugno 2008 in partnership con l’Università di Sassari, e sulla cui copertina compare il nostro logo (del che un sentito ringraziamento va a Pina Carboni, animatrice dell’evento).
Qualche parola deve essere dedicata a due eventi di particolare importanza che erano stati posti in programma, ma ai quali il Devolution Club – almeno in apparenza – non ha partecipato, ovvero:
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il Convegno conclusivo del PRIN 2006 “Quali ‘vie di comunicazione’ delò costituzionalismo contemporaneo? Ipotesi a confronto” – Trento, 25-26 settembre (v. mandato n. 6); e
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il Colloquio Costituzionalistico italo-francese – Parigi, 3 dicembre (v. mandato n.3).
Pur essendo conclusivo del PRIN 2006 “Dalla circolazione di modelli al dialogo costituzionale. Le ‘vie di comunicazione’ del costituzionalismo contemporaneo”, la cui idea di base – come è ben noto – era stata elaborata dal Direttivo del Devolution Club e il cui svolgimento si poteva considerare integralmente seguito, sotto il coordinamento nazionale di Luigi Volpe, da unità di ricerca formate da nostri soci (Bari, coord.: Luigi Volpe; Roma LUISS, coord. Nicola Lupo; Roma LUMSA, coord.: Angelo Rinella; Siena, coord. Eleonora Ceccherini; e Trento, coord. Carlo Casonato + una unità aggregata DevClub, coord. Roberto Borrello), il Convegno di Trento si è svolto sotto l’esclusiva egida dell’Università trentina e dell’Associazione DPCE.
A tale evento, che si è svolto con pieno successo con il contributo di autorevoli relatori e discussants (tra questi ultimi: Peter Leyland, Otto Pfersmann, Dian Schefold, Ignacio Torres Muro, e dall’Italia Carmela Decaro e Cesare Pinelli), il Devolution Club si è limitato a contribuire finanziariamente in partnership con il Progetto Biodiritto dell’Università trentina.
Si può pertanto concludere, sul punto, che il PRIN 2006 è stato portato a pieno compimento (gli Atti del Convegno, che sono in corso di pubblicazione, ne daranno testimonianza) e che il Devolution Club, assente solo nominalmente ma non nella sostanza, sia rimasto fedele all’inerente mandato assembleare.
Sebbene anch’esso concepito come una edizione francese dei Colloqui costituzionalistici che il Devolution Club ha tenuto a Londra dal 2006 in poi, e a Copenhagen nel 2008, il Colloquio parigino del 3 dicembre si è svolto, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Francia, sotto l’esclusiva sigla dell’Università di Bari e dell’Associazione DPCE.
L’evento, che ha avuto luogo presso la splendida sede dell’Ambasciata in Rue de Varenne 47, ha riscosso un notevole successo che molto deve all’impegno di Marina Calamo Specchia.
Focalizzato sul tema “’Francesizzazione’ della Costituzione italiana o ‘italianizzaizone’ della Costituzione francese? – ‘Francisation” de la Constitution italienne ou ‘italianisation’ de la Constitution française’?”, è consistito nella presentazione degli Atti del Convegno biennale DPCE “La Costituzione Francese / La Constitution Française” (Bari, maggio 2008). Sebbene questo Colloquio sia stato concepito e organizzato secondo la medesima formula che nel 2006 aveva ispirato il primo dei Colloqui londinesi e che in seguito si è riproposta in tutti gli altri incontri del medesimo genere, e nonostante il fatto che il Convegno di Bari sia stato il prodotto corale della collaborazione scientifica e finanziaria di diverse entità (il Laboratorio Barnave di Macerata, l’Alliance Française, l’Università Italo-Francese, il Laboratorio Multimediale di Comparazione Giuridica di Roma Tre, e, appunto, il Devolution Club), era certamente più corretto che l’unica denominazione presente fosse, oltre all’Università di Bari, l’Associazione DPCE. Nulla tuttavia impedisce che successivi Colloqui italo-francesi possano essere organizzati dal Devolution Club.
Ha fatto da pendant, nella giornata del 4 dicembre, la partecipazione alla Giornata di studio dell’AFDC (Association Française de Droit Constitutionnel) sul tema “Nouvelles questions sur le démocratie” che ha avuto luogo nella sede del Senato e alla quale i partecipanti italiani erano stato invitati in contraccambio.
VERIFICA DEI MANDATI: PUNTI IN SOSPESO
Alcuni mandati sono ancora in progress o purtroppo non ancora realizzati.
Non sono disponibili notizie aggiornate sulla pubblicazione degli Atti del Colloquio di Copenhagen 2006, ma allo stato attuale delle cose questa iniziativa deve essere considerata in una fase di stallo e si hanno dubbi sulla sua effettiva realizzabilità.
Per quanto riguarda i rapporti con la Danimarca, a suo tempo erano stati stabiliti utili contatti con il neo-costituito Centre for the Constitutionalization of Europe dell’Università di Copenhagen. Da ciò potrebbe scaturire un secondo Colloquio: in questo caso il condizionale è d’obbligo poiché giungono notizie di radicali ristrutturazioni del corpo docente nella principale Università danese, il che per il momento pregiudica l’avvio di iniziative di maggiore impegno sebbene un tema sia stato già ipotizzata: la laicità dello Stato.
La praticabilità della “via danese” andrà verificata nel prossimo anno, e pertanto riproposta tra gli obiettivi 2010. Per il momento, le connessioni con la Danimarca si limitano a corrispondenza personale, a sporadici scambi di materiali e di documentazione, nonché a iniziative editoriali comuni e all’ipotesi di un seminario sul monocameralismo (da tenersi a Roma LUISS, che ha già dichiarato la propria disponibilità).
Un altro punto programmatico (mandato n.4), consistente nel Colloquio italo-scozzese che avrebbe potuto trovare collocazione nell’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo o alternativamente nell’Università di Glasgow, è ancora allo stato di pura proposta.
A tal riguardo, infatti, avendo tenuto conto degli incontri londinese e – pur con le precisazioni di cui sopra – francese, il Direttivo ha ritenuto di non calcare troppo la mano sui Colloqui internazionali per non sovraccaricare il programma 2009 con numerose proposte di tal genere. Allo stato attuale, si registra solamente una generica disponibilità dei suddetti interlocutori a ospitare un Colloquio su tematiche relative, ovviamente, alla devolution scozzese in connessione al termine dei lavori della Calman Commission, o anche su tematica italiana per quanto concerne l’Istituto di Cultura.
Ancora in alto mare è l’esecuzione del mandato n.9, consistente nel perfezionamento dell’adesione collettiva del Devolution Club alla IACL (International Association of Constitutional Law), ove per perfezionamento di intenda non tanto l’adesione formale – che è stata deliberata a Londra nel dicembre 2008 – quanto piuttosto, a parte l’invito al VIII Congresso (Città del Messico, 2010), il coinvolgimento attivo della nostra associazione nelle sue attività ordinarie.
Non realizzato è inoltre il mandato n.8, consistente nell’indizione di un concorso per giovani soci per un saggio su un tema a scelta, ma presumibilmente in tema di devolution. Manca ancora un regolamento del concorso e la scelta della traccia è lungi dall’essere effettuata. A meno che l’Assemblea decida diversamente, l’idea non va abbandonata e si tenterà di darle attuazione nel 2010.
VERIFICA DEI MANDATI: PROGETTI DI RICERCA, WEBSITE, COLLANA, ECC.
Seguendo una prassi ormai collaudata con i PRIN 2004 e 2006, il Devolution Club si è reso promotore (mandato n.7) di una iniziativa analoga che per il 2008 va declinata al plurale perché, a differenza delle due precedenti esperienze, stavolta i PRIN sono due.
Anche questo raddoppio della proposta è un segno dell’interesse che molti soci riservano alle tematiche trattate dalla nostra associazione, e dello spirito partecipativo che ne consegue. Scelti attraverso una consultazione tra i soci, e in primo luogo tra i protagonisti dei PRIN precedenti, i due PRIN sono stati il risultato della scrematura di (in origine sette) argomenti. In tal modo si è introdotta una fase di attenta ponderazione della scelta di temi di ricerca secondo un processo di selezione democratizzato che ha coinvolto numerosi soggetti i quali, a scelta avvenuta, hanno poi deciso di aderire all’uno o all’altro dei PRIN, o di unirsi ad altre progettazioni di ricerca.
Dieci le unità costituite in altrettante Università e ripartite nei due PRIN; alcune sono formate da colleghi che per la prima volta entrano in collegamento con il Devolution Club. I temi dei due PRIN, tenuti a lungo riservati se non tra le unità coinvolte ma ora ufficialmente esplicitabili vista l’imminenza della chiusura della valutazione, sono attinenti alla dignità della persona nelle Costituzioni (coordinatore: Carlo Casonato; unità: Trento, Roma LUISS, Siena, Camerino, Torino) e alla sicurezza dello Stato nelle democrazie avanzate (coordinatore: Alessandro Torre; unità: Bari, Roma LUMSA, Roma “Sapienza”; Roma Tre, Siena).
Per il momento su questi due PRIN 2008 ci si deve esprimere al condizionale poiché essi sono ancora sub judice: non resta pertanto che incrociare le dita e attendere ancora per qualche giorno la conclusione del procedimento di valutazione (prorogata al prossimo 16 dicembre) e il relativo responso che è basato sui punteggi assegnati da referees anonimi e sulla decisione finale di una Commissione ministeriale.
Per quanto riguarda il restyling del sito web dell’associazione www.devolutionclub.it, da tempo programmato (mandato n.10), è finalmente possibile presentare oggi all’Assemblea l’esito del lavoro mediante una visione della home page e delle relative sezioni.
Ci si augura in tal modo di riqualificare, con una vesta grafica più gradevole e con una articolazione più efficace, uno strumento di comunicazione che per quattro anni (dal gennaio 2006) ha svolto un ruolo essenziale per la vita del Devolution Club e per la sua apertura al pubblico, come dimostrano le numerosissime letture di pagina (circa 2.370.000) e le consultazione dei 40 papers finora pubblicati nell’apposita sezione del sito (oltre 41.000).
Collegata a tale riformulazione del sito è l’istituzione di una collana telematica (mandato n.11) nella quale siano inseriti saggi appositamente elaborati per il Devolution Club in occasione di seminari e convegni. Sarà possibile leggere nella collana testi in PDF di Neil MacCormick, Chris Himsworth, Peter Häberle, Raoul van Caenegem, Dian Schefold, Cesare Pinelli, Otto Pfersmann, Anthony Bradley, Pater Leyland, e altri.
Il sito ospiterà anche, come nella precedente versione, una “vetrina” dedicata al Monitore Costituzionale, collana di commenti a costituzioni storiche alla quale cooperano numerosi soci del Devolution Club nonché autorevoli colleghi dall’estero. E inoltre si prevede anche la creazione di una sezione speciale dedicata alla nuova Supreme Court of the United Kingdom, che presumibilmente si articolerà in una parte “Dottrina” e in una “Giurisprudenza”: una preziosa occasione per seguire la genesi di una nuova forma di giurisdizione sulla cui natura molto si è discusso con i costituzionalisti britannici nel III Colloquio londinese (2008).
LO STATO DELL’ASSOCIAZIONE
Nel 2009 il Devolution Club ha riunito 169 soci (+ 20 rispetto al 2008), di cui 6 onorari, provenienti da 36 Università italiane e da tutti i gradi della carriera universitaria.
Se si guarda alle nuove adesioni che già stanno affluendo, è prevedibile per il 2010 una ulteriore espansione. Occorre tuttavia, nel medesimo spirito della svolta associativa, considerare più da vicino anche la questione della qualità dell’adesione individuale dei soci.
Il Devolution Club intende infatti proporsi alla stregua di una esperienza associativa nel campo del diritto comparato che non sia di massa né di apparenza. In altri termini, esso intende esprimere una sostanza che comporti una costante comunicazione tra diversi orientamenti di pensiero, tra gruppi di studiosi anche appartenenti a diverse generazioni e, ove possibile, tra diverse aree disciplinari.
Tenendo d’occhio tale prospettiva, di recente è stata problematicamente sollevata in Direttivo la questione dei soci che, nonostante numerose sollecitazioni, non versano le proprie quote associative (peraltro molto ragionevoli, in quanto consistenti in € 30,00 per i soci cd. “strutturati” nell’Università o, per estensione, dotati di redditi propri; e di € 20,00 per i cd. “non strutturati”, ossia dottorandi, assegnisti, studenti, ecc.). Considerata la natura integralmente autofinanziata e volontaria del Devolution Club, e posta in rilievo l’intima connessione che sussiste tra queste due dimensioni, ovvero tra l’autofinanziamento che si basa sulla contribuzione dei soci e l’adesione individuale, spontanea e non costrittiva, si potrebbe pensare che il protrarsi dell’omissione del versamento delle quote annuali possa essere interpretato in ultima analisi come espressione tacita del venir meno del desiderio di essere membri dell’associazione (ipotesi, questa, sulla quale era stato sollevato un interrogativo già nella relazione all’Assemblea 2009).
Pertanto, tenendo conto del fatto che il Devolution Club esiste, in quanto associazione culturale, da appena quattro anni, il Direttivo ha ultimamente deliberato che il mancato versamento di quote da un biennio (2008-2009) integri, se non proprio una fattispecie di interruzione tout court del rapporto associativo, almeno una presunzione di disinteresse o di dissenso nei confronti dell’attività che l’associazione sta svolgendo. Ciò ritenuto, il Direttivo ha deliberato di cancellare dalla mailing list dell’associazione gli indirizzi di posta elettronica dei soci non in regola con le quote del 2008-09, e il trasferimento dei medesimi indirizzi in una lista secondaria. Va da sé che, come normalmente si verifica in altre associazioni, l’essere non in regola con la quotazione comporta l’esclusione dall’Assemblea e, ove esistenti, dai piccoli vantaggi materiali che sono connessi allo status associativo (es. informazione tramite newsletter, sconti sul Monitore Costituzionale, ecc.).
Alla data di questa assemblea, se nel frattempo non saranno pervenute le regolarizzazioni richieste, i soci che non hanno versato le quote nel biennio 2008-09 sono 31 su 169, con una perdita per le finanze associative che ammonta a € 2260.00. La cosa non va drammatizzata: non per questo il Devolution Club, abituato a mezzi essenziali, andrà mai in crisi, ma di certo si tratta di un importo consistente se commisurato al magro bilancio associativo.
Pertanto nel 2010 il numero dei soci versanti quota potrebbe subire un sensibile ridimensionamento, ma ciò non deve destare alcuna preoccupazione in una associazione che non ha alcuna intenzione di realizzare un reclutamento di massa o da cui esula ogni finalità corporativa, e che intenda procedere in piena autonomia, in povertà di risorse finanziarie (sulle quali, per dettagli, si rinvia alla relazione di Tesoreria) e confidando nel sincero impegno partecipativo dei suoi soci come questione non ininfluente ai sensi della vitalità e trasparenza della nostra democrazia interna.
È anche in tale prospettiva che va letto l’incremento dei soci onorari, conseguenza dell’intenzione del Direttivo di invitare alcuni “padri nobili” della disciplina giuscomparatistica e del diritto costituzionale a condividere lo spirito della nostra associazione. Tutto lascia pensare che questa politica di coinvolgimento possa proseguire anche in futuro.
L’ATTIVITÀ SCIENTIFICA
Se i PRIN 2008 saranno considerati meritevoli di finanziamento, è evidente che una quantità non irrilevante di soci del Devolution Club sarà notevolmente impegnato nello sviluppo delle tematiche ivi contemplate. Il che presumibilmente comporterà l’organizzazione di riunioni di coordinamento, seminari, giornate di studio, ecc., che richiederanno il coinvolgimento di numerosi membri del Comitato scientifico. Sarebbe bello pensare che, pur nella loro piena autonomia scientifica, i due PRIN – legati da una sintonia di fondo – possano procedere in parallelo e realizzare tra loro qualche forma di coordinamento.
E se tale opportunità non troverà realizzazione, o se si realizzerà solo in parte, di certo la nostra associazione non perderà il coraggio e il desiderio di seguire il proprio itinerario. Si potrà sempre rilanciane con il PRIN 2009, il cui bando dovrebbe essere emanato entro l’anno.
A conferma di ciò, di recente il Direttivo ha approvato nel merito, anche se non ancora nello sviluppo e nei dettagli, il varo di un Progetto autonomo (per il quale si vorrebbero individuare fonti di finanziamento diverse da quelle derivanti di PRIN) sul costituzionalismo dell’area islamica e africana: una proposta che ha riscosso il consenso di alcuni gruppi di ricerca confluenti nell’associazione e registrato diverse disponibilità individuali. La realizzazione di un simile Progetto potrebbe richiedere molto tempo e molti passaggi intermedi, ma spingere lo sguardo verso i costituzionalismi “altri” da quelli di matrice liberale significa oltrepassare una frontiera storica.
Specifici progetti di ricerca a parte, unitamente alle nuove proposte che perverranno dalle diverse componenti dell’associazione e sotto il segno dell’attenzione critica che meriterà la prossima stagione di riforma costituzionale, si può prevedere che i principali elementi portanti della prossima attività dell’associazione saranno:
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l’aggiornamento dell’indagine sulla devolution e sullo sviluppo dello “Stato devoluto” nelle sue diverse articolazioni (istituzionali, fiscali, garantistiche, giurisdizionali) ;
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la riflessione su temi e momenti significativo di storia costituzionale, anche in sintonia con la collana Il Monitore Costituzionale ;
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l’approfondimento di elementi del pensiero costituzionalistico europeo, che trova la propria sede prevalentemente nei Seminari annuali rientranti nel ciclo “Il diritto nelle Università europee: scienza, prudenza o arte?”.
PROPOSTE PER IL 2010
Alla luce di tutto quanto finora esposto, gli orientamenti di lavoro per il prossimo anno (e fors’anche oltre) si possono puntualizzare come segue:
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realizzazione del Quinto Colloquio italo-britannico, sul tema della devolution fiscale in Scozia (Londra, maggio);
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realizzazione di un Colloquio italo-tedesco, sul tema del federalismo fiscale (Lignano Sabbiadoro, primavera);
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realizzazione di un Colloquio italo-francese (Parigi, novembre o dicembre);
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attività seminariale “volante” nelle diverse sedi in cui sono attivi gruppi di soci del Devolution Club;
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sviluppo, ove finanziati, dei PRIN 2008 sui temi della dignità della persona nelle Costituzioni e della sicurezza dello Stato nelle democrazie avanzate;
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impostazione (eventuale) di un progetto di ricerca autonomo sul costituzionalismo dell’area islamica e africana;
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giornata di studi sulle magistrature nel diritto comparato (Udine, primavera);
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bandire il concorso (con premio) per giovani ricercatori per il migliore articolo, da realizzarsi su un tema prescelto dal Direttivo;
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intensificazione dei rapporti con la IACL (International Association of Constitutional Law) e con il danese Centre for the Constitutionalization of Europe, nonché realizzazione di accordi di cooperazione con altre organizzazioni scientifiche nel campo del diritto costituzionale comparato e della storia delle istituzioni;
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impiego del sito www.devolutionclub.it in versione rinnovata per una più efficace informazione/comunicazione associativa e sviluppo in esso della collana telematica, di informazioni sui PRIN e sui Dottorati di ricerca, e di altre sezioni utili alla ricerca comune;
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acquisizione di fonti di finanziamento autonome da destinarsi all’attività di ricerca e alla partecipazione di giovani soci a convegni, seminari, ecc., ed eventualmente all’invito a eventi associativi di membri del Comitato scientifico;
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conferma dell’abbinamento tra Seminario annuale e Assemblea ordinaria, come mezzo per incoraggiare la partecipazione dei soci.
Si invita l’Assemblea ad aprire il dibattito su questa relazione e, se lo ritiene opportuno, ad approvarla dando mandato al Direttivo – e alle persone di volta in volta da questo incaricate – di renderla operativa per quanto riguarda gli orientamenti programmatici.
Roma, 11 dicembre 2009
Per il Consiglio Direttivo:
Alessandro Torre
RELAZIONE APPROVATA ALL’UNANIMITÀ DALL’ASSEMBLEA ORDINARIA